Al cullar d'infante notte
sipario s'apra lentamente
su mai interrotti svolgersi
di vite e suggestioni varie.
Numero d'atti indefinito
su quel palco d'assi sghembe,
dove niente ha inizio o fine,
ove tutto sempre si trasforma.
Non consci del calcàr scene
mai assegnate a caso
o date a tavolino,
taluni, al sognar lieve,
s'abbandonano ormai paghi,
mentre amanti,
a sciorinàr promesse,
s'imballano in cineree Lune.
Altri ancora, lor malgrado,
recitando al limite,
a trascinar si scoprono
su pavimenti freddi
in disperàr svuotati,
ed il cadervi
attiva tremito di polsi
e collabìr di vitali istinti,
sì che, imbelle,
l'animo vive l'attesa
d'un tempo che già fu,
all'udìr sentenza inaspettata.
Ma se siam di stelle polvere,
incarnata cosmica energia,
concreta epifania
d'umano profumata,
ecco a cosa attingere
risorse inesplorate,
speranze sempre vive,
mai ammainate vele
a solcàr ispide trincee
di campi sempre in fiore,
nonostante un cielo cartapesta
che al sol sfiorar produce attrito.
È nell'illuminar,
soprattutto,
cammin altrui,
di solidarietà gentile
portàr alta la lanterna
ad abbatter
stralunate indifferenze,
solitudini imbrattate,
e nell'evocàr
risplender di luce propria,
d'un esserci pulsante
mai dimentico di sè
e del suo valore,
l'opportunità unica
di penetrar legami
indissolubili
a cui vincolar
nuovi significati e sensi,
mai d'umanità così fragrabti
e così d'illimitàr intrisi.
Andrea Isolani
Photo by Sara Autuori